Palazzo Utini: gusto e ospitalità nel cuore della Food Valley

È proprio vero che l’ospitalità è fatta dalla passione per l’accoglienza degli hotelier. Lo sa bene la famiglia Utini che nel piccolo comune di Noceto, a soli quindici minuti da Parma, epicentro della Food Valley Patrimonio Unesco, ha aperto una moderna “locanda” che celebra con spirito contemporaneo la proverbiale ospitalità emiliana, in un connubio perfetto di design e cucina di qualità. Palazzo Utini nasce così, dal loro sogno di riportare in vita un luogo simbolo del territorio, dal passato glorioso e da sempre votato alla cultura gastronomica d’eccellenza, trasformato in boutique hotel cinque stelle con quindici camere e suite, due ristoranti, uno di alta cucina e un bistrot, e un lounge bar.

Nato dall’importante opera di recupero e riqualificazione di un edificio storico del centro cittadino, condensa raffinata accoglienza e alta ristorazione, grazie alla consulenza di Enrico Bartolini, lo chef più stellato d’Italia, che supervisiona tutta l’offerta gastronomica e dell’interior designer Stefano Guidotti e il suo studio si sono occupati dell’intero progetto di ristrutturazione con l’idea di preservare il legame con il territorio, ma anche di creare uno spazio elegante e contemporaneo.

La proposta gastronomica all’insegna delle eccellenze del territorio

Per raccontare e celebrare il ricco patrimonio gastronomico e agroalimentare della propria terra la famiglia Utini ha voluto al proprio fianco Enrico Bartolini, chef con tredici stelle Michelin, che nella proposta del ristorante fine dining affida allo chef Roberto Monopoli la declinazione del suo pensiero gastronomico: talento e territorio, tradizione e cultura.

Classe 1984, pugliese di Bari, dopo diverse esperienze accanto a importanti chef (da Valeria Piccini a Claudio Sadler, da Fabio Barbaglini ad Alain Ducasse e Christophe Martin) e una breve parentesi a Montecarlo, Roberto Monopoli, è stato sous chef di Giuseppe Mancino al Piccolo Principe di Viareggio per poi assumere la guida del ristorante Il Parco di Villa Grey a Forte dei Marmi premiato per due anni con la stella Michelin.

In carta, ricette creative ed eleganti che mettono al centro la parte vegetale ed esaltano i prodotti del territorio, tra cui anche il pesce, in interpretazioni moderne di piatti tradizionali. Due i menu degustazione: “Soqquadro”, da nove portate, che offre all’ospite una panoramica generale della proposta, e “Cogli l’attimo”, da sette a mano libera dello chef con piatti inediti che cambiano in base alla disponibilità e alla stagionalità delle materie prime; non manca la possibilità di scegliere un percorso da tre o da quattro piatti tra quelli in carta con il menu “Per di più…”.

La carta dei vini racconta in quattrocentocinquanta etichette e quattromilacinquecento bottiglie, ben custodite nell’antica cantina restaurata, le zone più importanti dell’Italia enologica, tra piccoli produttori e grandi blasoni, con intriganti escursioni in Francia (sia nei bianchi, sia nei rossi, soprattutto dalla Borgogna) e in Germania (con interessanti verticali di Riesling). Particolare attenzione è stata dedicata agli spumanti italiani (Alta Langa, Oltrepò Pavese e Franciacorta) e d’Oltralpe con una prestigiosa selezione di Champagne delle zone più accreditate (Côte de Blancs, Montagne de Reims, Marne, Aube).

Accanto al ristorante fine dining, la proposta più informale del Bistrot affidato alle cure dell’executive chef Pierpaolo Cicogna: un menu variegato e stagionale che riflette la tradizione e le eccellenze del territorio con un tocco casual. Dalle insalate più classiche, ai sandwich gustosi con ingredienti locali, come “La Deliziosa” (Focaccia con culatello, provola affumicata e pomodori secchi), dai primi piatti tipici, come i Cappellacci d’Erbetta e lo Spaghetto AOP (spaghetti con aglio, olio e peperoncino, Provolone Valpadana DOP e pane croccante agli agrumi) ai secondi più intriganti, tra cui il “Pesto di Cavallo” con gelato alla senape e rucola di campo. Non mancano le proposte vegetariane per soddisfare tutti i gusti.

Completa l’offerta gastronomica di Palazzo Utini, il Lounge Bar, luogo ideale per una merenda, uno stuzzicante aperitivo o un cocktail after dinner, affidato alle cure della Bar Manager Alice Camellini, parmigiana doc con un curriculum importante nel mondo dell’hospitality e della mixology. La drink list interpreta e narra la storia e l’architettura di Palazzo Utini dal 1820 a oggi, catturando nei cocktail l’essenza e il fascino di ogni sala. La proposta comprende una ventina di drink tra classici senza tempo e creazioni originali. Ogni cocktail è pensato per rappresentare un pezzo della storia e dell’anima del Palazzo, rivisitando i grandi classici in chiave contemporanea e poliedrica. Ad accompagnare le bevande gli sfiziosi finger food preparati dalla cucina del Bistrot.

La sofisticata eleganza della location

L’interior designer Stefano Guidotti e il suo Studio hanno curato tutto il progetto di decorazione degli interni di Palazzo Utini con l’idea di rispettare l’identità del luogo e dell’edificio, ma anche di lasciarsi guidare da uno spirito di ricerca che potesse creare un modello di accoglienza sobrio e raffinato, dal sapore internazionale. Sia per la ridefinizione degli spazi, sia per la scelta dei materiali l’idea di fondo è stata quella di creare uno spazio trasversale e trasmettere all’ospite la sensazione di essere accolto in un luogo contemporaneo, con riferimenti pensati per un viaggiatore del mondo. Ogni dettaglio è stato studiato per rendere caldo e confortevole ciascun ambiente, cercando di dare un tocco moderno a un edificio storico.

La scelta dei materiali è il fil rouge che ha ispirato tutto il concept di interior: materiali con caratteristiche tecniche all’avanguardia ma allo stesso tempo capaci di comunicare il fascino del passato. Un intervento sartoriale iniziato proprio con lo studio dei due piani dedicati alla ristorazione che Guidotti e Bartolini hanno concepito assieme, dalla scelta degli arredi al progetto illuminotecnico. Laccature, intonaci, tessuti, pelli, finiture e colori: ogni elemento parla lo stesso linguaggio e riconduce all’idea di sofisticata eleganza che accompagna l’ospite nella sua esperienza come fosse accolto in una casa.

Tutto il Palazzo ha una connotazione molto forte dal punto di vista cromatico grazie a una palette di colori giocata sulle nuance carta da zucchero e mastice che percorrono le quindici camere, il ristorante, le sale d’attesa, i divani, gli arredi.

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